Intrighi in Vaticano: il complotto che ha portato alla caduta del cardinale Becciu, tra cene registrate e accuse costruite.
La sera del 5 settembre 2020, il cardinale Angelo Becciu partecipò a una cena con monsignor Alberto Perlasca al ristorante “Lo Scarpone“, apparentemente per discutere del tentativo di reintegrare il monsignore nel suo ruolo dopo uno scandalo.
Tuttavia, quella che sembrava un incontro tra amici si rivelò una trappola. Il monsignore – a insaputa di Becciu – registrò l’intera conversazione, utilizzata successivamente per incriminare il cardinale e ingannare Papa Francesco.
La “trasformazione” del monsignore Perlasca
Il cambio di rotta di monsignor Perlasca, come riportato da Il Tempo.it, è stato cruciale per l’esito delle indagini. Fino a pochi mesi prima, egli aveva fermamente difeso Becciu e la compravendita del palazzo di Londra.
Tuttavia, alla fine di agosto 2020, forse sotto pressione o minacciato dai cosiddetti “corvi” vaticani, cambia radicalmente la sua posizione.
Decide di consegnare una memoria colma di accuse infondate contro il suo ex superiore, diventando così il principale accusatore di Becciu.
Questa memoria, unita alla registrazione della cena, viene poi utilizzata per convincere Papa Francesco che Becciu fosse coinvolto in attività illecite.
Nonostante la mancanza di prove concrete, il piano si rivela efficace: il 24 settembre 2020, il Pontefice convoca il cardinale. Mostrando una copia anticipata dell’inchiesta de L’Espresso, lo accusa formalmente di peculato.
Il crollo di Becciu e la fine del processo
Quella giornata segna l’inizio della fine per il cardinale Becciu, scrive Il Tempo, che verrà successivamente privato dei diritti connessi al cardinalato e processato insieme ad altri coinvolti nello scandalo.
Paradossalmente, mentre affrontava le accuse e il discredito, monsignor Perlasca veniva archiviato dagli inquirenti e reintegrato nelle sue funzioni.
Nonostante le bugie e le accuse senza fondamento contro il cardinale siano emerse durante il processo, la condanna è stata inevitabile.